Ecnoglutide: il nuovo farmaco che controlla il diabete e aiuta a perdere peso

Ecnoglutide: il nuovo farmaco che controlla il diabete e aiuta a perdere peso

Un nuovo alleato nella lotta al diabete di tipo 2 e all’obesità arriva dalla ricerca farmacologica: si chiama ecnoglutide e appartiene alla classe degli agonisti del recettore GLP-1, già noti per la loro capacità di stimolare la secrezione di insulina e migliorare il controllo della glicemia.

 

I risultati di una sperimentazione clinica, appena pubblicati su The Lancet Diabetes & Endocrinology, mostrano che la molecola non solo tiene a bada i livelli di zucchero nel sangue, ma favorisce anche una perdita di peso più significativa rispetto ad altri farmaci già in commercio, come il dulaglutide.

 

Ecnoglutide, il farmaco che controlla il diabete

 

Lo studio ha coinvolto circa 600 pazienti con diabete di tipo 2 già in trattamento con metformina. I partecipanti sono stati seguiti per un anno e suddivisi in tre gruppi: uno trattato con dulaglutide e due con ecnoglutide, in differenti dosaggi. Tutti i farmaci sono stati somministrati per via sottocutanea, una volta a settimana.

 

La valutazione principale era la riduzione dell’emoglobina glicata, un parametro che riflette i valori medi di glicemia nei mesi precedenti. All’inizio dello studio, i pazienti avevano un valore medio intorno all’8,4%, ben oltre la soglia diagnostica del diabete (6,5%).

 

I risultati dello studio

 

Dopo 32 settimane, i pazienti trattati con ecnoglutide mostravano una riduzione dell’emoglobina glicata di circa l’1,9%, contro l’1,65% osservato con dulaglutide. La differenza, pur statisticamente modesta, si manteneva anche dopo un anno.

 

Il dato più interessante riguarda però il peso corporeo: chi assumeva ecnoglutide perdeva in media il 5% del proprio peso iniziale, rispetto al 2,8% dei pazienti trattati con dulaglutide. Miglioravano anche la circonferenza vita e i valori di trigliceridi.

 

Gli effetti collaterali più comuni – nausea, vomito, diarrea e inappetenza – erano lievi o moderati e comparabili a quelli già noti con altri agonisti GLP-1. I tassi di interruzione della terapia erano simili in tutti i gruppi, intorno al 3%.

 

Un passo avanti nella terapia

 

Secondo i ricercatori, il vero elemento innovativo di ecnoglutide è la sua “selettività funzionale”: la molecola sembra stimolare in modo preferenziale alcune vie di segnalazione cellulare, aumentando la secrezione di insulina in maniera più mirata. Ciò potrebbe tradursi in una maggiore efficacia nel controllo glicemico e, al tempo stesso, in un effetto dimagrante più marcato.

 

Inoltre, dal punto di vista chimico, ecnoglutide ha un vantaggio produttivo: la sua sintesi richiede un passaggio in meno rispetto a molecole simili, come il semaglutide, rendendone la produzione potenzialmente più semplice e veloce.

 

Se confermati da ulteriori studi, questi risultati potrebbero aprire la strada a un nuovo trattamento in grado di rispondere contemporaneamente a due grandi sfide di salute pubblica: diabete e obesità. “Un farmaco con un duplice beneficio è particolarmente prezioso in un’epoca in cui sovrappeso e malattie metaboliche rappresentano un’emergenza globale”, sottolineano gli autori dello studio.

 

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