Raffreddore, influenza o Covid? Come riconoscerli e curarsi senza allarmismi
Siamo già in pieno autunno, ormai, e, come sempre, sono tornati puntuali i virus respiratori che mettono a letto milioni di italiani. Gli sbalzi di temperatura e la vita in ambienti chiusi favoriscono la diffusione di raffreddori, influenze e, ancora, del Covid. Ma come capire di che cosa si tratta quando arrivano febbre, tosse e dolori muscolari? E soprattutto: come comportarsi per curarsi in modo corretto?
Una stagione che si preannuncia intensa
Dopo due stagioni da record, gli esperti si aspettano un nuovo aumento dei casi. Secondo le stime, fino a 16 milioni di italiani potrebbero essere colpiti da un’infezione respiratoria tra ottobre e febbraio. Una pressione non indifferente sul sistema sanitario, soprattutto per le persone più fragili: anziani, bambini piccoli e chi soffre di malattie croniche. Dall’emisfero australe, dove la stagione influenzale è già passata, arrivano infatti segnali chiari: il virus circola forte e in anticipo.
Non tutti i malanni di stagione sono influenza. La “vera” influenza arriva di colpo, senza preavviso: la febbre sale rapidamente oltre i 38 gradi, si accompagnano tosse o mal di gola e arrivano dolori muscolari, brividi, spossatezza e un generale senso di malessere. In poche ore ci si sente “travolti”. Nei bambini e negli anziani, però, la febbre può essere meno intensa, e i sintomi più sfumati. In genere, il periodo acuto dura 4-5 giorni, dopodiché la febbre scende e il recupero è graduale. La tosse può persistere un po’ più a lungo, ma senza peggiorare.
Raffreddore e virus minori: fastidiosi ma benigni
Il raffreddore comune è invece una storia diversa. Provocato dai rinovirus e da altri virus “minori”, ha un decorso più blando e progressivo. Naso chiuso, gola irritata, starnuti, un po’ di malessere generale: sintomi che crescono lentamente e raramente superano i 37,5 gradi di febbre.
È fastidioso, ma non grave. In questi casi bastano riposo, idratazione e farmaci da banco per alleviare i disturbi. Attenzione però a non trascurarlo: anche un semplice raffreddore, se mal gestito, può trasformarsi in sinusite o bronchite.
Covid, il virus camaleontico
Più difficile, ancora oggi, è distinguere il Covid dalle altre infezioni respiratorie. Il virus, secondo gli esperti, si comporta in modo camaleontico: può dare forme banali, con un po’ di raucedine e naso chiuso, oppure sintomi più intensi, come febbre alta, dolori diffusi e tosse insistente. La perdita di gusto e olfatto, un tempo caratteristica, è oggi meno comune, ma non scomparsa. Per questo, quando i sintomi sono atipici o persistenti, l’unico modo per togliersi ogni dubbio resta fare un tampone. Nei soggetti fragili, se il test è positivo, il medico può valutare l’uso di antivirali specifici, come il Paxlovid, da assumere entro cinque giorni dall’inizio dei sintomi.
La maggior parte dei casi, specie se lievi, può essere gestita in autonomia. Ma serve buon senso. Se la febbre dura più di tre giorni, se la tosse peggiora o se si fatica a respirare, è il momento di contattare il medico. In particolare, chi appartiene a una categoria fragile non deve aspettare: una diagnosi precoce consente di avviare subito le cure più appropriate. Vaccinarsi contro l’influenza, mantenere una buona igiene delle mani, arieggiare gli ambienti, coprirsi la bocca quando si tossisce: sono gesti semplici ma ancora fondamentali.
Ogni autunno i virus tornano a ricordarci che la prevenzione e il buon senso sono la nostra migliore difesa. E che, di fronte a febbre e tosse, non serve cedere al panico, ma nemmeno ignorare i segnali del corpo.