
West Nile, cresce l’allarme in Italia: cosa sapere sul virus trasmesso dalle zanzare
L’estate 2025 è tornata a far parlare di sé non solo per le alte temperature, ma anche per un nemico invisibile e silenzioso: il virus del West Nile. Trasportato dalle zanzare infette – in particolare del genere Culex – il West Nile Virus (WNV) sta registrando un aumento di casi in diverse regioni italiane, con una preoccupante presenza anche in Campania.
Cos’è il virus del West Nile?
Il virus del Nilo occidentale è un patogeno trasmesso all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette. Spesso, l’infezione è asintomatica (nell’80% dei casi), ma può manifestarsi con sintomi simil-influenzali: febbre, mal di testa, nausea, dolori muscolari, stanchezza, e più raramente, eruzioni cutanee o ingrossamento dei linfonodi.
Tuttavia, nei casi più gravi – meno dell’1% – il virus può provocare gravi complicazioni neurologiche come encefalite o meningite, con esiti potenzialmente fatali. Le persone più vulnerabili sono gli anziani, gli immunodepressi e i soggetti con patologie pregresse.
La situazione in Italia: attenzione alta in Campania
Dall’inizio del 2025, i casi confermati di infezione da West Nile in Italia sono aumentati. Particolarmente colpita la Campania, dove si sono registrati otto casi, principalmente nell’area di Baia Domizia, in provincia di Caserta. Tutti i pazienti avrebbero soggiornato o transitato nella zona costiera, attualmente sotto stretta osservazione da parte delle autorità sanitarie.
Il virus ha colpito anche il Lazio, dove si contano sette casi. Altri episodi isolati sono stati segnalati in Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Sardegna, confermando la circolazione endemica del virus in molte regioni italiane.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornati al 17 luglio 2025, la diffusione riguarda anche province come Modena, Reggio-Emilia, Padova, Lodi e Pavia, dove il virus è stato individuato in zanzare, cavalli e uccelli selvatici. In totale sono quattro le vittime dall’inizio dell’anno nel nostro Paese, di cui tre soltanto di recente.
West Nile, un problema noto ma sottovalutato
Il virus è presente in Italia dal 1998, ma la sua diffusione stabile – soprattutto nella Pianura Padana – è documentata dal 2008. L’aumento delle temperature e la presenza di ambienti favorevoli alla riproduzione delle zanzare hanno favorito la sua espansione anche in altre aree del Paese.
Il periodo più critico per l’infezione va da luglio a settembre, quando l’attività delle zanzare è al massimo. Le autorità sanitarie regionali e nazionali stanno intensificando i controlli entomologici e veterinari, sorvegliando non solo gli esseri umani, ma anche uccelli selvatici e cavalli, considerati serbatoi del virus.
In Campania, l’Asl di Caserta ha avviato una campagna informativa e potenziato i protocolli di sorveglianza nelle aree turistiche. Al contempo, i Comuni stanno attivando piani di disinfestazione straordinari.
Un virus che si è ormai radicato
Con 460 casi umani registrati nel 2024, di cui 272 nella forma neuro-invasiva e 20 decessi, l’Italia è tra i Paesi europei più colpiti dal West Nile Virus. Attualmente, il virus è considerato endemico in 15 regioni, comprese tutte quelle meridionali e le isole maggiori.
In assenza di un vaccino disponibile per la popolazione generale, la strategia più efficace resta la prevenzione individuale. Con la stagione estiva in pieno svolgimento e milioni di persone in viaggio per le vacanze, è fondamentale non abbassare la guardia. Le zanzare sono piccole, ma il rischio che portano non va sottovalutato.