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Cannabis terapeutica rimborsabile: un diritto che a volte non viene riconosciuto

Cannabis terapeutica

Cannabis terapeutica rimborsabile: un diritto che a volte non viene riconosciuto

Ormai moltissimi pazienti riconoscono gli effetti benefici della cannabis terapeutica, una cannabis prodotta per uso medico che viene impiegata in diversi campi: per lenire il dolore cronico o i fenomeni spastici legati a patologie come la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson, ma anche per combattere l’epilessia e contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia. Un raggio d’azione tanto vasto è indicativo del fatto che a necessitare della cannabis terapeutica non sono poche persone, ma un numero significativo di pazienti.

 

A complicargli la vita, però, sono spesso e volentieri le scelte incomprensibili di alcuni medici di famiglia, i quali rifiutano di prescrivere la ricetta medica non ripetibile ai pazienti provvisti del piano terapeutico Sani.A.R.P., che consentirebbe ai malati di avere accesso alle preparazioni a base di cannabis terapeutica senza pagare.

Medici e cannabis terapeutica: un intervento della Regione Campania

Per quanto riguarda la Regione Campania, infatti, la normativa prevede che per specifiche indicazioni, alcune preparazioni a base di cannabis (cartine per inalazione o decozione ed estratto oleoso) vengano rimborsate dal Servizio Sanitario Regionale. Con il rifiuto dei medici di famiglia di prescrivere le cure, però, queste finiscono per essere totalmente a carico dei pazienti, che si vedono costretti ad aprire il portafogli pur di non rinunciare ad una terapia che consente loro di stare meglio.

Quello messo in atto da alcuni medici di famiglia è un atteggiamento inspiegabile anche alla luce del fatto che le proprietà benefiche della cannabis terapeutica sono state riconosciute dal Ministero della Salute la prima volta nel 2007 (DM 18 aprile 2007) e poi di nuovo nel 2013 (DM 23 gennaio 2013), quando il dicastero ha ricollocato i medicinali di origine vegetale a base di cannabis in tutte le forme, inclusi estratti e tinture, nella tabella dei medicinali stupefacenti ad uso terapeutico.

Da qui la necessità di intervenire per assicurare ai pazienti i loro diritti. Un intervento della Regione Campania, volto a sensibilizzare i medici che non applicano la normativa, appare oggi oltre che auspicabile addirittura urgente.

 

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