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Erba pucchiacchella: origine del suo nome e usi terapeutici

Erba pucchiacchella

Erba pucchiacchella: origine del suo nome e usi terapeutici

Se sei napoletano non puoi non aver sentito parlare di “pucchiacchella”. In questo articolo ci occuperemo dell’erba aromatica così denominata, il cui nome scientifico è Portulaca Oleracea.

Erba pucchiacchella: le origini del nome

 

Togliamoci subito il dente: da cosa deriva il nome di erba “pucchiacchella”? Vi sono in realtà due scuole di pensiero: la prima sostiene che l’etimologia sia latina e abbia le sue radici nel sostantivo portulaca. L’evoluzione della lingua avrebbe fatto il resto: da porcacchia a poccacchia, fino a pucchiacca (erba porcellana). Di diverso avviso lo studioso Raffaele Bracale, secondo cui il termine deriverebbe invece dal greco πψρ, pyr (fuoco) + κοιλοσ, koilos (faretra, fodero di fuoco, vagina). Anche sul motivo per il quale la pucchiacchella sia associata all’organo riproduttivo femminile possono esserci diverse interpretazioni: la prima è associata proprio alla pianta aromatica, nota per crescere poco alta, “rasa” al suolo. E proprio il termine tra virgolette potrebbe essere un indizio della correlazione. Altra corrente di pensiero quella che riconduce tutto alla “pucchia”, in dialetto napoletano una fonte, un luogo da cui sgorga l’acqua. Anche in questo caso non c’è bisogno di spiegarvi tutto.

Erba pucchiacchella: gli usi terapeutici

 

Al di là delle curiosità di stampo semantico, l’erba pucchiacchella presenta molte proprietà benefiche. Nell’antichità questa erba aromatica veniva impiegata per trattare diarrea e vomito, ma al giorno d’oggi è molto popolare anche il suo infuso, utilizzato per lenire i bruciori causati dalle punture di insetto. Tra gli usi terapeutici anche quelli che riguardano il trattamento dell’eczema, dell’acne, delle gastriti e dell’acidità di stomaco. Ricca di vitamina A, B e C, – oltre che di sali minerali, potassio, ferro, zinco, selenio, magnesio, calcio e fosforo – la portulaca si configura come un rimedio naturale per la prevenzione e la cura dello scorbuto, al punto che in passato le navi ne facevano ampie scorte in vista dei lunghi mesi di navigazione. Le sue foglie sono ampiamente utilizzate anche in cucina per insaporire minestre e insalate anche perché ricche di Omega 3, e dunque utili per prevenire le patologie cardiovascolari, diminuendo il colesterolo “cattivo” e i trigliceridi nel sangue.

 

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