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Giornata Mondiale dell’alfabeto Braille: cecità, numeri e cause

Giornata Mondiale dell’alfabeto Braille: cecità, numeri e cause

Il 4 gennaio si celebra la Giornata Mondiale dell’alfabeto Braille. La data non è casuale, visto che proprio in questo giorno è nato Louis Braille, inventore del sistema che ha rivoluzionato il modo di vivere di migliaia di persone con disabilità visiva, permettendo loro di leggere, scrivere e comunicare per iscritto. Il metodo messo a punto nella prima metà del XIX secolo è basato sulla combinazione di sei punti in rilievo percepibili al tatto; essi possono corrispondere a lettere dell’alfabeto, numeri, simboli musicali, chimici, informatici, matematici e segni di interpunzione.

 

La ricorrenza fornisce l’occasione per spostare la lente di ingrandimento sul problema della cecità. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono 1.3 miliardi le persone nel mondo affette da problemi alla vista, di cui 36 milioni affette da cecità totale. L’Oms è solita parlare di cecità quando l’acuità visiva (ovvero la capacità dell’occhio di percepire e vedere bene i dettagli fini di un oggetto), corretta con le lenti, è inferiore a 1/20 nell’occhio meno compromesso.

 

Focus sulla cecità

 

La maggior parte delle persone affette da cecità risiede nei paesi a basso reddito, dove la causa principale è rappresentata per circa la metà dei casi dalla cataratta non operata. Questa condizione, insieme al glaucoma, all’opacità corneale, a malattie infettive quali il tracoma e l’oncocerchiasi, rappresenta oltre l’80% dei casi di cecità. Numeri impressionanti se si pensa che queste forme potrebbero essere evitate, o quanto meno curate, attraverso la prevenzione o un’opportuna terapia. Per quanto riguarda il mondo industrializzato, le cause di cecità più frequenti sono invece la cataratta, la degenerazione maculare senile, il glaucoma, la retinopatia diabetica, i traumi e il distacco di retina. Meno frequenti, come sottolineato dall’Istituto Superiore di Sanità, la retinopatia del prematuro, malattie vascolari che coinvolgono la retina o il nervo ottico, malattie infiammatorie, la retinite pigmentosa e altre malattie ereditarie, la deficienza di vitamina A, avvelenamenti (metanolo).

 

Oltre l’80% dei casi di cecità nei paesi a basso reddito potrebbe essere evitato mediante la terapia chirurgica (cataratta), antiparassitaria (oncocerchiasi) o antibiotica (tracoma). In particolare il Programma di Controllo dell’Oncocerchiasi (OCP), mediante l’impiego ambientale di insetticidi contro la mosca che diffonde il parassita, ha guarito 40 milioni di persone dall’infezione e prevenuto la cecità in 600 mila persone. I dati OMS sottolineano che questo approccio ha consentito a 18 milioni di bambini una nascita senza questa malattia. Un motivo in più per continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di porre in essere politiche di prevenzione e cura all’altezza della sfida.

 

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