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Malattia venosa cronica: i rimedi

Malattia venosa cronica: i rimedi

In presenza di malattia venosa cronica sono due gli obiettivi che la terapia farmacologica deve porsi. Primo: combattere le alterazioni del microcircolo e del circolo venoso. Secondo: contrastare l’infiammazione e la degenerazione strutturale dei vasi. Se nei casi meno gravi l’assunzione di farmaci e la correzione di alcune abitudini e stili di vita può bastare a contenere i sintomi, quando la MVC progredisce è chiaro che a richiedersi è un intervento maggiormente invasivo.

Per evitare che il quadro evolva negativamente si può fare ricorso ad alcuni preparati allestiti in farmacia quali: diosmina in capsule, capsule flebotropiche-antiedemigene, capsule venotoniche fitoterapiche e pentosifillina in crema. Nomi che forse dicono poco ma possono avere un ottimo impatto sulla malattia venosa cronica.

 

Bioflavonoidi e diosmina

 

La diosmina, ad esempio, è un bioflavonoide, ovvero una molecola naturale che ha la capacità di sostenere il tono venoso, aumentare la resistenza capillare e diminuire la frazione di filtrazione. Tra i bioflavonoidi proprio la diosmina si distingue per essere l’unica ad azione “multi-target”. La sua azione infatti è molteplice: da sola o in associazione a esperidina migliora il microcircolo, incentiva il drenaggio degli edemi, incrementa il numero di vasi linfatici ed esercita azione antinfiammatoria e anti-adesiva.

 

Triterpeni del fito-complesso di Centella asiatica

 

Se c’è necessità di esercitare un’azione antinfiammatoria ottimi alleati possono rivelarsi i triterpeni del fito-complesso di Centella asiatica. Di cosa parliamo? Sono antinfiammatori che hanno il potere di stabilizzare le fibre di collagene ed elastina, oltre che quello di incentivare la biosintesi di glicosaminoglicani. Questi composti chimici esercitano anche un’azione angiogenetica, oltre a favorire la guarigione delle ferite e delle ulcere e a supportare il microcircolo. Studi pre-clinici hanno dimostrato la loro utilità nello stimolare l’aumento di fibronectina, una proteina di struttura importante per la tenuta della parete venosa. I triterpeni sono anche in grado di regolarizzare la struttura del tessuto connettivo della guaina perivascolare, di ridurre la sclerosi e l’indurimento e di migliorare il flusso di sangue negli arti.

 

Cumarina e pentossifillina

 

Tra i composti utilizzabili nel trattamento della malattia venosa cronica abbiamo anche la cumarina del meliloto. La sua azione, oltre che antinfiammatoria, è evidente soprattutto a livello linfatico, dal momento che favorisce la degradazione da parte dei macrofagi degli accumuli di macromolecole proteiche nel comparto extracellulare perivascolare. La loro scissione dà origine a molecole più piccole facilmente drenabili con conseguente riduzione dell’edema. La cumarina parrebbe capace di stimolare la contrazione delle fibrocellule dei vasi linfatici. C’è poi la pentossifillina, di cui è nota l’azione antitrombotica, oltre che la capacità di ottimizzare la reologia del sangue, migliorare la perfusione dei tessuti e lo scambio metabolico a livello del microcircolo. Se ne suggerisce l’uso, sia sistemico che topico, in presenza di ulcere vascolari.

 

Vitamina C

 

Persino la cara vecchia vitamina C può essere d’aiuto nella malattia venosa cronica: basti pensare che ha meritato un claim EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) in relazione ai benefici che è in grado di suscitare sulla biosintesi del collagene vasale e per la sua azione antiossidante, fondamentale per attenuare gli effetti endoteliali dell’eccesso di radicali liberi.