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Papilloma Virus: perché la vaccinazione è importante tra le adolescenti

Papilloma Virus: perché la vaccinazione è importante tra le adolescenti

L’HPV, meglio noto come Papilloma Virus, appartiene ad una grande famiglia costituita da circa 200 ceppi diversi di virus in grado di infettare l’uomo. L’infezione da HPV è infatti la più comune infezione sessualmente trasmessa nei Paesi sviluppati, oltre che la sola infezione riconosciuta a livello scientifico come causa necessaria per l’insorgere del tumore del collo dell’utero. Il fatto che l’infezione regredisca il più delle volte in maniera spontanea e che, in particolare, sia soltanto l’1% circa dei casi a progredire verso lo stadio tumorale, non deve far abbassare la guardia viste le conseguenze, anche gravi, che l’HPV è in grado di provocare. L’infezione può presentarsi con lesioni benigne della cute e delle mucose (ad esempio verruche su genitali, mani, piedi e viso), ma anche con condilomi (escrescenze) o papillomi a livello delle mucose genitali e orali. Lieve dolore, senso di fastidio e prurito: i sintomi del Papilloma non sempre sono facilmente riconoscibili e ciò contribuisce alla diffusione di un contagio che avviene per contatto diretto, perlopiù di natura sessuale.

 

Poiché il vecchio adagio per cui “prevenire è meglio di curare” resta sempre attuale, è importante sottolineare che la vaccinazione è oggi la sola strategia in grado di prevenire il contagio con l’HPV e le lesioni di cui è responsabile (benigne o potenzialmente tumorali che siano). Una diffusione capillare della copertura vaccinale, quantificata in circa il 90% della popolazione target, sarebbe in grado di rendere il tumore della cervice uterina un brutto ricordo. Prova ne sia l’Australia, dove il suddetto livello di vaccinazione lascia intravedere la scomparsa di questa neoplasia entro il 2030. Del resto è proprio grazie a questo approccio che già oggi i condinomi genitali negli adolescenti rappresentano nel Paese Oceanico un’assoluta rarità. Senza considerare il fatto che un’elevata adesione vaccinale permetterebbe di far evaporare anche tutti gli altri tumori associati all’HPV.

 

Chi deve vaccinarsi?

 

Secondo le indicazioni del Ministero della Salute, il 12esimo anno di vita (prima dell’inizio dell’attività sessuale) è quello preferibile per effettuare la vaccinazione anti-papillomavirus ai ragazzi, sia femmine che maschi. In ragione dell’età e del vaccino impiegato, il protocollo vaccinale prevede che il vaccino venga somministrato per iniezione intramuscolare in due dosi, a 0 e 6 mesi (per soggetti fino a 13 o 14 anni, a seconda del tipo di vaccino) o in tre dosi a 0, 1-2 e 6 mesi per i ragazzi più grandi, ovvero dopo il compimento del 14° e 15° anno. La vaccinazione, oltre che raccomandata, è gratuita e potrebbe essere offerta anche a ragazzi più grandi (il consiglio è di parlare col medico per capire il da farsi). Dati recenti sottolineano comunque che il beneficio della vaccinazione si estende anche alle fasce di età adulte, fino ai 45 anni di età e oltre. Attenzione però: la vaccinazione previene la grande maggioranza dei tumori da HPV, ma non la totalità. Ciò significa che l’avvenuta vaccinazione non è da considerarsi come una buona scusa per sostituire i controlli con il Pap test, che devono proseguire regolarmente.

 

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