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Quercetina contro il Covid-19: nuova possibile arma contro il temuto virus

Quercetina

Quercetina contro il Covid-19: nuova possibile arma contro il temuto virus

Può essere la quercetina l’arma da opporre al tanto temuto Covid-19? Questo è quanto suggerisce uno studio, che sta facendo discutere in questi giorni la comunità scientifica, secondo cui la molecola di origine naturale agirebbe da inibitore specifico del SARS-CoV-2. L’azione della quercetina sul nuovo coronavirus andrebbe infatti ad ostacolare l’attività di un enzima utile per lo sviluppo e la replicazione del patogeno…

 

Quercetina contro il Covid-19? Cautela…

 

Il condizionale è d’obbligo dal momento che gli studi, condotti in vitro, si trovano ancora in una fase preliminare: mancano dunque ancora troppi elementi per raccomandare l’integrazione della quercetina nell’alimentazione umana nell’ottica di un approccio anti-Covid. Occhio dunque a cadere nella trappola di chi, sfruttando la comprensibile volontà di prevenire o addirittura curare contagio, potrebbe cercare di spacciare integratori o altri composti a base di questa sostanza ventilandone la presunta efficacia antivirale. Non è un caso che nel mese di giugno la FDA (Food and Drug Administration) americana  abbia diffidato le aziende dal pubblicizzare prodotti a base di quercetina come potenziali terapie contro il Covid-19.

Quercetina contro il Covid-19? Lo studio

 

Ma al di là degli sciacalli, cosa dice lo studio che ha portato alla ribalta la quercetina? La ricerca, coordinata da Bruno Rizzuti dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza e da un gruppo di ricercatori di Zaragoza e Madrid, ha preso in esame l’enzima 3CLpro (3C-like proteasi), una proteina ritenuta un potenziale bersaglio terapeutico poiché elemento comune a tutti i coronavirus. Uno screening sperimentale di un archivio di composti chimici formato da circa 150 molecole ha evidenziato come la quercetina potesse rappresentare un inibitore piuttosto potente dell’enzima 3CLpro. Dalle simulazioni molecolari effettuate, infatti, si è osservata la capacità della quercetina di legarsi alla struttura “dimerica” dell’enzima, composta da due sub-unità identiche, nella posizione migliore per bloccare la replicazione del coronavirus, oggetto di un’azione destabilizzante da parte della sostanza in questione.

Dove si trova la quercetina?

 

Detto che la soluzione privilegiata al problema coronavirus resta la scoperta di un vaccino, con il passare del tempo acquisirà un’importanza sempre maggiore la messa a punto di una cura contro il Covid-19. In questo senso i risultati dello studio sulla quercetina, flavonoide presente in quantità importanti in alimenti come capperi, cipolla rossa e radicchio, sono quanto meno incoraggianti e lasciano ben sperare per il futuro, quando  altri studi dovranno verificare l’ipotesi – purtroppo da non escludere – che un eventuale farmaco a base di questa molecola non provochi danni all’organismo umano. Nel frattempo le uniche armi di difesa da opporre quotidianamente al pericolo contagio restano quelle che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi: mascherina, distanziamento fisico e lavaggio frequente delle mani.

 

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