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Vaccino antinfluenzale: un’utile, se non indispensabile, arma di protezione

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Vaccino antinfluenzale: un’utile, se non indispensabile, arma di protezione

Il vaccino antinfluenzale è un’arma di protezione indispensabile in vista di una stagione che si preannuncia ulteriormente complicata dall’ingresso sulla scena del nemico che abbiamo purtroppo imparato a conoscere in questi mesi: il coronavirus. Vi starete chiedendo: cosa c’entra la classica influenza stagionale con il coronavirus? Scopriamolo insieme.

 

Vaccino antinfluenzale e coronavirus

 

All’aumento dei contagi da coronavirus che purtroppo sta iniziando a sperimentare anche l’Italia, con il calo delle temperature e i primi freddi si sommeranno con ogni probabilità i primi casi di influenza stagionale. La malattia infettiva che causa l’influenza è causata il più delle volte da virus appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae, noti per mutare spesso. Proprio questa caratteristica fa sì che il nostro corpo, anche se ha sviluppato l’influenza l’anno precedente, non disponga degli anticorpi specifici per contrastare l’infezione stagionale. Da qui la necessità di effettuare il vaccino che, semplificando, ci consente di sviluppare gli anticorpi inoculando all’interno del nostro corpo una piccola quantità di virus.

 

Sì, ma cosa c’entra il coronavirus? Fare il vaccino antinfluenzale mentre è in corso la pandemia di coronavirus è importante innanzitutto per semplificare la capacità di diagnosi dei casi sospetti: è più facile che un paziente vaccinato non sviluppi l’influenza. Questo significa che in presenza di sintomi quali febbre e tosse sia più probabile trovarsi dinanzi ad un caso di coronavirus. Non è poi da escludere la possibilità che all’influenza stagionale si sommi anche il Covid-19: fare il vaccino antinfluenzale offre dunque una protezione in più, utile a salvaguardare il paziente dai rischi cui andrebbe incontro se, già indebolito dall’influenza, incappasse anche nel coronavirus. C’è inoltre un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet secondo cui alcuni virus influenzali potrebbero facilitare l’entrata del SARS-CoV-2 nei polmoni. Se ne deduce una motivazione ulteriore per dire sì al vaccino antinfluenzale.

 

Chi deve vaccinarsi?

 

La risposta su chi ha interesse a vaccinarsi, a maggior ragione per la correlazione con il coronavirus che abbiamo appena visto, è una sola: tutti! Certo, c’è una parte di popolazione che dalla vaccinazione antinfluenzale ricava maggiori benefici per il semplice fatto di rientrare nelle cosiddette “fasce a rischio“, ma in generale effettuare la vaccinazione antinfluenzale espone al rischio di complicazioni minime (un braccio leggermente indolenzito dopo la puntura o un lieve rialzo febbrile) a fronte di vantaggi innegabili. In ogni caso le categorie più fragili che per nessuna ragione dovrebbero rinunciare all’opportunità di vaccinarsi comprendono i bambini a partire dai 6 mesi d’età, gli adulti e gli anziani a partire dai 65 anni, quelli con malattie pregresse che potrebbero incorrere in complicanze a causa del virus, e anche parenti o soggetti a contatto con persone ad alto rischio di complicanze.

 

Il vaccino antinfluenzale è sicuro?

 

Il nemico più difficile da combattere per il vaccino antinfluenzale non è tanto il virus stagionale, quanto la disinformazione che lo riguarda e che spesso provoca danni incommensurabili. Orde di no-vax professano da anni il convincimento – profondamente errato e più volte smentito dai dati scientifici – che fare il vaccino sia non solo inutile, ma addirittura dannoso. Le bufale che circolano in merito sono tra le più fantasiose. Ve ne elenchiamo alcune: “il vaccino provoca l’autismo”, “il vaccino è inefficace”, “è meglio immunizzarsi tramite la malattia che con il vaccino”, “il vaccino provoca la Sindrome della morte in culla”.

Se vi è capitato di sentirle, sappiate che si tratta di notizie false! I vaccini, come la ricerca per quello contro il coronavirus dovrebbe avere insegnato, prima di essere somministrati sull’uomo vengono sottoposti a controlli approfonditi che investono l’intero processo produttivo e la stessa fase di distribuzione. Vi sono poi periodiche ispezioni effettuate dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), volte a garantire che si rispettino gli standard imposti da autorità internazionali come l’OMS e l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). I controlli, inoltre, continuano anche nella fase post-vendita per valutare difetti di qualità, effetti indesiderati e reazioni avverse.

 

Dove si può fare il vaccino antinfluenzale?

 

Se, come speriamo, dopo aver letto questo articoli vi sarete convinti a fare il vaccino antinfluenzale, sappiate che questo può essere eseguito negli appositi centri delle aziende sanitarie territoriali/locali o delle strutture ospedaliere private, ma anche dal proprio medico di famiglia o, per i più piccoli, dal proprio pediatra.

 

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