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Aderenza terapeutica: un indicatore sintetico per misurarla e stimolare le Regioni

Aderenza terapeutica: un indicatore sintetico per misurarla e stimolare le Regioni

Ultimo appuntamento del nostro focus dedicato all’importanza dell’aderenza terapeutica. Seguire le indicazioni degli operatori sanitari riguardo a dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di un farmaco è fondamentale affinché una curi funzioni. Negli ultimi anni, grazie al lavoro svolto da Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla stessa Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), le istituzioni – dalle Regioni al Governo – sono state continuamente stimolate a regolamentare e mettere al centro del mondo della sanità pubblica l’aderenza terapeutica. Già, perché soltanto all’apparenza curarsi in modo corretto può sembrare scontato.

 

In realtà, per alcuni soggetti più fragili come gli anziani risulta operazione tutt’altro che semplice. Pensate: in Italia, secondo Paese europeo per indice di vecchiaia, due milioni di anziani sono costretti ad assumere dieci farmaci al giorno. E più di otto milioni di over 65 sono colpiti da almeno una malattia cronica. Ecco perché il rispetto delle cure diventa tanto necessario quanto fondamentale.

 

 

L’indicatore sintetico per misurare l’aderenza terapeutica

 

 

Negli ultimi tempi si sta facendo sempre di più per aiutare i pazienti a comprendere quanto sia importante l’aderenza terapeutica. E la nascita dell’indicatore sintetico di aderenza va proprio in questa direzione. Tale valore, integrato nel Nuovo Sistema di Garanzia dei ‘Lea’ (livelli essenziali di assistenza), è stato proposto circa due anni fa da Italia Longeva, ‘Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva’ istituita dal Ministero della Salute per consolidare la centralità degli anziani nelle politiche sanitarie e di welfare. Fu, all’epoca, un provvedimento quanto mai indispensabile dettato anche dalle nuove esigenze (ed emergenze) generate dalla pandemia di Covid-19 che stravolse l’Italia e il mondo intero.

 

 

L’indicatore nasce dall’esigenza di misurare, una volta per tutte, l’aderenza terapeutica. In Italia, infatti, sono stati implementati negli anni oltre 60 diversi metodi, ma tutti “troppo eterogenei”, secondo Italia Longeva, e “poco validi soprattutto a livello di patologie croniche”. Ma non solo: in passato tutto ciò non è mai servito a sollecitare e incitare cambiamenti a livello regionale, cosa, invece, che va cambiata.

 

 

L’indicatore come “stimolo” per le Regioni

 

 

Dunque, uno strumento di valutazione valido e accessibile a tutti, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. L’idea è proprio questa: coinvolgere quante più Regioni possibili per porre l’accento su un tema delicato e meritevole di attenzione. Gli effetti positivi di un maggiore controllo dell’aderenza sono presto spiegati: riduzione dei costi sanitari, meno visite mediche e meno ricoveri ospedalieri. Un risparmio medio annuo pro capite, come calcolato da Crea Sanità, che si aggira intorno ai 462 euro per l’ipertensione, 659 euro per le dislipidemie e 572 euro per l’insufficienza cardiaca.

 

 

“Solo misurando l’aderenza – spiega nel dettaglio Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva -, comprendendola nel Nuovo Sistema di Garanzia e fissando un livello standard di adempimento, possiamo incentivare le Regioni ad investire in azioni concrete per aumentare i livelli di aderenza e migliorare la salute dei cittadini”.

 

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