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Dalla pandemia alla guerra: depressione e burnout, mali dei nostri tempi

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Dalla pandemia alla guerra: depressione e burnout, mali dei nostri tempi

Depressione, burnout: sono condizioni divenute sempre più frequenti nell’epoca in cui viviamo. E non è difficile immaginare il perché.

 

Soffermandoci soltanto sugli ultimi anni, il mondo ha fatto i conti prima con una pandemia e adesso con una guerra. Dal Covid all’invasione russa dell’Ucraina, dai rischi sanitari alla possibile messa in discussione degli equilibri geopolitici mondiali, con il pericolo di sprofondare in un conflitto bellico su più larga scala. Da troppo tempo siamo sottoposti ad uno stress emotivo che non conosce tregua. Ansie, preoccupazioni, paure, fanno così capolino puntualmente. E proprio quando la morsa del Covid sembrava essersi allentata ecco affacciarsi lo spauracchio di una guerra in Europa, con tutte le conseguenze che essa comporta anche per i Paesi non direttamente coinvolti. Un esempio? Il rincaro del carburante, con annesse preoccupazioni di carattere finanziario per milioni di famiglie.

 

Appena qualche mese fa è stata l’OMS a parlare apertamente di “Pandemic Fatigue“, ovvero dello stress da pandemia, una sindrome comportamentale associata all’emergenza in grado di causare paura e stanchezza in relazione al rischio contagio. Dall’introduzione dei lockdown all’attesa dei vaccini, fino alla scoperta di varianti in grado di provocare nuove ondate: l’umanità è stata sottoposta a molteplici saliscendi emotivi, che non tutti i sono stati in grado di gestire a dovere dal punto di vista psicologico. La depressione si è così insinuata in quei soggetti che non sono stati capaci di venire a patti con una prospettiva di incertezza che purtroppo non si sarebbe esaurita nello spazio di poche settimane.

 

In altri è invece intervenuta una condizione di tipo differente ma non meno problematica. Quella del burnout, appunto, sindrome traducibile in italiano con la parola “esaurimento“, inteso a livello emotivo, fisico e mentale. Ansia, sbalzi d’umore, agitazione, rabbia, irrequietezza, tristezza, senso di rassegnazione, passività agli eventi, ma anche perdita dell’appetito (o al contrario aumento di peso), coliti, caduta dei capelli, crisi ipertensive, tachicardia, giramenti di testa e insonnia: sono alcuni dei sintomi che affliggono chi soffre di questa condizione.

 

In presenza di una diagnosi di questo tipo si può scegliere di intervenire attraverso una terapia psicologica che insegni a gestire lo stress, a comprendere i meccanismi che hanno portato all’insorgere del problema e a recuperare il proprio benessere psicofisico. Sì, se la realtà è complessa e preoccupante non è il caso di attendere che tutto si sistemi da solo. Occorre invece prendersi cura della propria salute mentale, mettendo da parte l’imbarazzo e ricordando che questa situazione di difficoltà è comune a molte persone, soprattutto in un periodo delicato come quello che tutti stiamo vivendo. Insomma, non c’è niente di cui vergognarsi nel chiedere aiuto.

 

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