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Fosfatidilserina, un energizzante mentale per la gestione della demenza

Fosfatidilserina

Fosfatidilserina, un energizzante mentale per la gestione della demenza

La fosfatidilserina è un glicerofosfolipide presente soprattutto nel sistema nervoso centrale e nel cervello, famoso per svolgere un ruolo cruciale nelle membrane delle cellule (soprattutto dei neuroni), di cui modula integrità e permeabilità. Inizialmente chiamata cefalina, oggi questa molecola è diventata un nutriente prezioso nel campo nutraceutico, ed è presente in diversi alimenti: dalla frattaglie al tuorlo d’uovo, oltre che nella soia. Formata da due acidi grassi legati ad una molecola di glicerofosfato, la fosfatidilserina rientra nell’elenco stilato dal Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico“.

 

Fosfatidilserina: le proprietà

 

Questa sostanza suscita interesse in ambito clinico e integrativo soprattutto per le sue attività neurotrofiche e di sostegno delle capacità mentali. In particolare la fosfatidilserina risulterebbe utile nella gestione del morbo d’Alzheimer, dei disturbi della memoria età-correlati e della demenza senile. Bisogna precisare come questo energizzante mentale non sia da intendersi alla stregua di una bacchetta magica in grado di guarire o annullare le problematiche associate alle suddette condizioni. Però sono ormai diversi gli studi sperimentali che hanno testimoniato i benefici apportati dall’impiego della sostanza. In particolare un utilizzo continuativo di integratori di fosfatidilserina avrebbe migliorato le capacità cognitive e mnemoniche di soggetti anziani. Il motivo di tali progressi è da ritrovare nella capacità della fosfatidilserina di stimolare la secrezione di neurotrasmettitori ed esercitare una diretta azione protettiva nei confronti delle membrane cellulari dei neuroni.

 

Fosfatidilserina: dosaggi, effetti collaterali e controindicazioni

 

I dosaggi di fosfatidilserina più usati nei vari studi, dunque quelli meglio caratterizzati, sono di 100 mg per 3 volte al giorno, da assumere preferibilmente durante i pasti. Allo stato attuale la maggior parte della fosfatidilserina presente negli integratori viene estratta a partire dalla soia, attraverso processi di conversione enzimatica che permettono di convertire la fostatidilcolina in fosfatidilserina. L’uso della fosfatidilserina è solitamente sicuro e ben tollerato. All’occasione però possono fare capolino effetti collaterali di natura gastrointestinale, come crampi addominali, dispepsia e nausea. L’assunzione di fosfatidilserina è sconsigliata in presenza di conclamata ipersensibilità al principio attivo o ad uno degli elementi presenti nella preparazione. Allo stesso tempo, mancando studi riguardanti il profilo di sicurezza a lungo termine della fosfatidilserina, se ne sconsiglia generalmente l’utilizzo in età pediatrica, in gravidanza e durante il periodo di allattamento. Una particolare attenzione, e la stretta supervisione del medico, è necessaria anche nei pazienti affetti da sindrome da anticorpi-antifosfolipidi.

 

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