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La Serenoa repens nell’ipertrofia prostatica benigna

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La Serenoa repens nell’ipertrofia prostatica benigna

La Serenoa repens come alleata nella cura dell’ipertrofia prostatica benigna? Diversi studi confermano l’efficacia della “palma nana americana“, così denominata poiché originaria degli Stati Uniti.

Serenoa repens nella storia della medicina

I nativi americani  utilizzavano il suo frutto maturo, in parte essiccato, per curare problemi alla prostata e alle vie urinarie. Ma questo non è l’unico uso che veniva fatto della Serenoa repens. Già, perché i suoi frutti erano impiegati per trattare problematiche dell’apparato respiratorio (asma e bronchiti) e quelle relative all’apparato gastroenterico, al metabolismo o inerenti la sfera sessuale.

Proprio così: si riteneva che il frutto fosse un potente afrodisiaco. Nella storia della medicina occidentale la Serenoa repens fa la sua comparsa grazie alle osservazioni del Dr. Marcy nel 1892.

Ipertrofia prostatica benigna, cos’è?

Definiamo l’ipertrofia prostatica benigna (IPB): è una patologia contraddistinta dall’ingrossamento della prostata che, provocando sintomi delle basse vie urinarie, interferisce sulla qualità di vita di chi ne soffre. Questa condizione insorge prevalentemente col passare degli anni: il 50% degli over 60 ne è colpito, la percentuale sale al 90% negli uomini oltre gli 85 anni. I sintomi più comuni dell’IPB sono quelli “ostruttivi”: il restringimento dell’uretra prostatica comporta per il malato esitazione all’inizio della minzione, che può risultare debole e talvolta intermittente.

Tra i sintomi clinici dell’ipertrofia prostatica benigna rientrano anche quelli vescicali “irritativi”, probabilmente quelli che impattano maggiormente sulla vita del paziente poiché conducono a disturbi del sonno, ansia e compromissione della mobilità. Si tratta perlopiù di pollachiuria, nicturia, urgenza minzionale e sensazione di mancato svuotamento, tutti sintomi che rientrano sotto l’espressione di vescica iperattiva.

Ipertrofia prostatica benigna e Serenoa repens

Diversi studi hanno documentato l’efficacia della Serenoa repens nell’attenuare i sintomi urinari associati all’ipertrofia prostatica benigna. Nei pazienti con IPB moderata si è assistito ad un calo del 60% della nicturia e del 40% per quanto riguarda la pollachiuria.

Un gruppo di ricercatori italiani, guidati da Vincenzo Ficarra dell’Università di Messina,  ha preso in considerazione 15 studi randomizzati controllati e 12 osservazionali, con dati su 5.800 pazienti, valutando l’efficacia di 320 mg di estratto esanico di Serenoa repens.  Tra le evidenze registrate un significativo sollievo dei sintomi, con un calo medio di 5,73 punti rispetto al basale nel punteggio Ipss (International Prostate Symptom Score) e un miglioramento medio di 2,89 ml/s nel Qmax (picco di flusso urinario), nonché una leggera diminuzione del volume prostatico. Gli stessi dati sulla tollerabilità della Serenoa repens sono rassicuranti sia nel breve, che nel medio e lungo termine.  Tra gli effetti collaterali più comuni troviamo diarrea, vomito e nausea.

In farmacia come preparato galenico

L’estratto esanico di Serenoa repens è un farmaco a tutti gli effetti, che deve essere prescritto dal medico. Grazie alla sua composizione e al suo contenuto di acidi grassi, esercita un’importante azione antiandrogena selettiva che si palesa mediante l’inibizione della 5-alfa reduttasi, un’enzima fondamentale nella conversione del testosterone in diidrotestosterone (DHT), ovvero l’ormone che è il responsabile principale dell’ingrossamento della prostata. L’estratto di Serenoa repens si può trovare in commercio in farmacia come preparato galenico.