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Manifestazioni dermatologiche da Covid-19: nuove evidenze

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Manifestazioni dermatologiche da Covid-19: nuove evidenze

Si allunga la lista di effetti collaterali riconducibili al Covid: le manifestazioni del virus sono anche di natura dermatologica. Dall’eritema polimorfo ai rash, passando per lesioni orticarioidi e vescicole simil-varicella, comuni anche ad altre infezioni virali. Fino ad arrivare a degli strani “geloni”, che rendono le dita delle mani e dei piedi di colorazione blu e che qualcuno ha già ribattezzato “alluce da Covid”. In quest’ultimo caso si tratta di un’acrocianosi, attribuibile ad una vasculite, considerata un segno patognomonico di Covid-19.

 

Manifestazioni cutanee da Covid-19

 

Più in generale, dicono gli esperti, si tratta di lesioni benigne destinate a sparire nell’arco di 2-3 settimane, ma che si osservano sempre più spesso – a patto di cercarle – in particolare nei bambini e nei giovani contagiati anche in forma paucisintomatica o inapparente. Sebbene queste manifestazioni non destino preoccupazione da un punto di vista clinico, esse potrebbero servire ad effettuare una diagnosi precoce di Covid. Il primo ad osservarle era stato un dermatologo italiano di Lecco; adesso alcuni membri della Società Italiana di Dermatologia hanno pubblicato uno studio sul Journal of American Academy of Dermatology riguardante 22 pazienti affetti da eruzioni varicelliformi come manifestazione cutanea specifica di Covid-19.
Molto utile anche l’iniziativa dei dermatologi americani dell’American Academy of Dermatology, i quali, in collaborazione con l’International League of Dermatological Societies (ILDS), hanno creato un progetto in crowdsourcing volto a creare un database dei casi Covid dermatologici e un archivio fotografico, così da aiutare agli specialisti nel riconoscere questi aspetti ancora poco conosciuti della patologia.

 

La lettera del dermatologo italiano

 

Il primo a portare all’attenzione della comunità scientifica le manifestazioni cutanee del Covid, come detto, è stato un dermatologo italiano, il dottor Stefano Recalcati del Dipartimento di Dermatologia, ASTT Lecco, Ospedale ‘Alessandro Manzoni’, il quale, in una lettera inviata a metà marzo 2020 al Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology descriveva delle problematiche fino ad allora scarsamente esplorate. Un paziente su 5 tra quelli esaminati presentava manifestazioni di questo tipo: di questi la metà già al momento del ricovero, gli altri le sviluppavano durante la degenza. Le alterazioni della pelle si presentavano sotto forma di eruzione eritematosa, orticaria diffusa, ma anche vescicole simili a quelle della varicella: di fatto una sintomatologia tipica di vari esantemi virali che interessano in particolare la regione del tronco. Queste lesioni non erano pruriginose e risultavano indipendenti rispetto alla gravità della malattia. Successivamente altri autori hanno osservato lesioni anulari, altre simili alla perniosi e altre tipo livedo fugaci.

 

L’importanza della condivisione

 

Ribadito che questo tipo di lesioni è assolutamente benigno e scompare dopo 2 o 3 settimane, è importante che i genitori che ravvisino manifestazioni come quelle dell’alluce da Covid nei propri figli inviino delle immagini ai dermatologi per valutare la situazione. Una volta confermata la correlazione tra la colorazione porpora intorno alle dita dei piedi (o delle mani) e il Covid, se individuata precocemente questa manifestazione può servire a limitare un eventuale contagio da parte di una persona altrimenti asintomatica. Spesso questi sintomi si accompagnano a dolore urente (bruciore) e prurito. Compaiono un po’ per volta, in modo asimmetrico e isolato, a livello delle mani e dei piedi nel giro di 2-3 giorni, per poi scomparire dopo 12-20 giorni. Le lesioni più gravi sono quelle ai piedi, che spesso tendono ad evolvere formando vescicole, ecchimosi e necrosi superficiale, colpendo in particolare alluci, talloni e superficie plantare. Da precisare che le lesioni qui descritte sono benigne, osservate in particolare nei bambini e negli adolescenti, e nulla hanno a che vedere con i quadri di porpora trombocitopenica autoimmune e di coagulopatiee anticorpi anti-fosfolipidi osservati nei quadri più gravi (e spesso pre-terminali) di Covid, recentemente descritti in due case report sul New England Journal of Medicine.

 

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