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Obesità infantile: i numeri drammatici dell’Italia

Obesità infantile

Obesità infantile: i numeri drammatici dell’Italia

A partire dal 2015, ogni 11 ottobre si festeggia la World Obesity Day, la Giornata Mondiale contro l’Obesità. Si tratta di un appuntamento utile a sensibilizzare l’opinione pubblica, rimarcando l’importanza di stili di vita corretti e abitudini alimentari adeguate. L’obiettivo è quello di stimolare le persone a raggiungere un peso sano e ad invertire quella che nei Paesi industrializzati rappresenta una vera e propria crisi, sia dal punto di vista economico che sanitario.

Obesità infantile: numeri allarmanti per l’Italia

 

Sono numeri che destano allarme quelli inerenti l’obesità infantile nel nostro Paese. L’Italia è infatti tra le nazioni europee una di quelle con il più alto tasso di obesità tra i bambini. Un’indagine promossa da WhoEuropean Childhood Obesity Surveillance Initiative (COSI) e realizzata nel 2019 da Okkio alla Salute, il sistema di sorveglianza coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità, analizzando un campione di 50mila bambini di terza elementare ha osservato che il 20,4% è in sovrappeso, il 9,4% obeso e il 2,4% gravemente obeso. Si tratta di numeri preoccupanti, sebbene nell’ultimo decennio si sia verificata quanto meno un’inversione di tendenza.

 

Perché questi numeri così alti?

 

Ad incidere negativamente sui numeri italiani dell’obesità infantile sono ovviamente gli stili di vita. Dall’indagine è emerso che quasi un bambino su 2 non fa una colazione adeguata la mattina, e uno su 4 mangia frutta e verdura meno di una volta al giorno. Il 38% dei bambini consuma legumi meno di una volta a settimana, mentre quasi la metà mangia snack dolci più di 3 giorni a settimana. Ancora: all’incirca un bimbo su 4 beve bevande zuccherate ogni giorno, sebbene l’opera di sensibilizzazione portata avanti in questi anni abbia sortito come effetto una diminuzione di questa brutta abitudine. Anche sul fronte dell’attività fisica si dovrebbe fare di più: il 20% dei bambini intervistati non ha fatto movimento il giorno prima dell’intervista, più del 70% non va a scuola a piedi o in bici, e quasi la metà passa oltre 2 ore al giorno davanti alla TV, al tablet o al cellulare. Infine il dato inerente il riposo notturno: quasi il 15% dorme meno di 9 ore per notte.

 

Campania maglia nera

 

Questi dati, c’è da ribadirlo, risalgono al 2019. Cosa vuol dire? Che con ogni probabilità i lockdown dovuti alla pandemia di coronavirus potrebbero aver esacerbato alcune cattive abitudini, sia dal punto di vista alimentare, sia per quanto riguarda il movimento. In questo senso la Campania partiva già da una situazione negativa: con più del 40% dei bambini in sovrappeso – di cui circa la metà in stato di obesità – la nostra regione era al primo posto della classifica, seguita da Calabria e Puglia. Fanalini di coda Valle d’Aosta e Bolzano. Un quadro che sembrerebbe confermare l’idea di una correlazione tra abitudini alimentari errate e Meridione. La speranza è che eventi come la Giornata Mondiale contro l’Obesità riescano a fare la differenza, comunicando in primis ai genitori l’importanza di correggere gli stili di vita e le cattive abitudini a tavola dei propri bambini.

 

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