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Vitiligine: la malattia della pelle per cui non esiste ancora una cura definitiva

Vitiligine: la malattia della pelle per cui non esiste ancora una cura definitiva

Domenica 25 giugno si celebra la Giornata Mondiale della vitiligine. Una ricorrenza introdotta nel 2011, due anni dopo la morte del re del pop Michael Jackson, star della musica che fu tra le prime celebrità a dichiarare pubblicamente di essere affetto da tale disturbo. E così il 25 giugno, giorno della sua scomparsa (2009), vale la pena porre l’accento su questa malattia della pelle di origine sconosciuta, probabilmente autoimmune, per cui ancora non esiste una cura.

 

Che cos’è la vitiligine

 

La vitiligine è un disturbo cronico della pelle non contagioso che può colpire sin dalla nascita. È caratterizzata dalla perdita del pigmento e dalla conseguente comparsa sulla cute di chiazze di colorazione diversa rispetto a quella naturale, a causa della mancanza di melanina.

 

Si tratta di una malattia complessa, ampiamente studiata ancora oggi, sebbene nota sin dai tempi antichi. Viene infatti citata (anche se chiamata con un nome diverso) nell’Antico Testamento e soprattutto nel trattato De Medicina di Aulo Cornelio Celso, enciclopedista e medico romano a cui è dovuta proprio la nascita del termine, che si ritiene derivante da “vitius” (difetto) o da “vitilus” (vitello, in riferimento alla colorazione più chiara di questi ultimi).

 

La vitiligine si manifesta spesso all’inizio con macchie bianche o chiare su diverse parti del corpo e poco numerose, “attaccando” in primis le aree della cute scoperte come viso ed estremità delle mani. Tuttavia, con il passare del tempo, può avere decorsi differenti che nella maggior parte dei casi vanno ad interessare anche le parti solitamente non esposte come ascelle, gomiti, ginocchia, piedi e genitali.

 

Bisogna sottolineare che la pelle – nei punti colpiti – è perfettamente normale e che la malattia non incide sulla speranza di vita, ma sulla sua qualità. I disturbi derivanti dalla vitiligine, infatti, sono di natura psicologica, prettamente legati a fattori estetici.

 

Le possibili cause della vitiligine

 

Medici e studiosi sono ancora alla ricerca di una vera comprensione del disturbo. Tuttavia, tra le cause più accreditate c’è quella di una reazione eccessiva del sistema di difesa dell’organismo che va ad attaccare in maniera errata i melanociti, ovvero le cellule che producono la melanina. Altre tesi sostengono invece che ad interferire con la produzione di melanina siano lo stress ossidativo e l’accumulo di radicali liberi e di perossido di idrogeno.

 

Sono state inoltre rilevate associazioni anche forti tra la vitiligine e alcuni virus come ad esempio quello dell’epatite C e B, dell’herpes e dell’HIV. Anche se non verificato, è possibile, infine, che abbia un legame con eventi stressanti (parto o danni gravi alla pelle come scottature e tagli), nonché con l’esposizione ad alcune sostanze chimiche.

 

Diagnosi e terapie per la vitiligine

 

La diagnosi della vitiligine si effettua tramite test della “lampada di Wood“, usata proprio per esaminare la pelle e determinare se le chiazze presenti sulla cute siano o meno dovute alla vitiligine o ad altre malattie. Ad oggi una cura definitiva per il disturbo non esiste, ma i sintomi possono essere attenuati o “mascherati” con prodotti di dermocosmesi usati per diminuire la differenza di colore tra le macchie e il resto dell’epidermide. Nella cura della vitiligine sono anche utilizzati con successo una serie di trattamenti topici.

 

 

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